Smart working 2025: regole, diritti e obblighi per lavoratori e aziende
- Studio Legale NC

- 10 ott
- Tempo di lettura: 4 min
Guida pratica per comprendere come gestire correttamente il lavoro agile nel 2025
Introduzione
Lo smart working, o lavoro agile, è ormai una realtà stabile nel panorama del diritto del lavoro italiano. Non si tratta più di una misura emergenziale, ma di una modalità organizzativa disciplinata da norme precise e sempre più utilizzata da imprese e pubbliche amministrazioni.
Le modifiche intervenute tra il 2024 e il 2025 hanno definito nuovi equilibri tra flessibilità, tutele e responsabilità. Tuttavia, molti accordi vengono ancora stipulati in modo approssimativo, con il rischio di contenziosi o sanzioni.
Questa guida illustra in modo chiaro e pratico le regole vigenti, i diritti dei lavoratori e gli obblighi per le aziende, fornendo indicazioni utili per redigere un accordo di smart working conforme alla legge.
1. Che cos’è realmente lo smart working
Il lavoro agile è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita dalla Legge n. 81/2017, che si caratterizza per la flessibilità del luogo e dell’orario di lavoro.Non deve essere confuso con il telelavoro, che prevede invece una postazione fissa e orari rigidi.
La differenza principale è che lo smart working si fonda su:
un accordo individuale tra datore di lavoro e dipendente;
l’organizzazione per obiettivi e risultati, non per presenza fisica;
l’utilizzo di strumenti tecnologici per l’esecuzione della prestazione.
In sostanza, lo smart working è un equilibrio tra autonomia del lavoratore e potere organizzativo del datore, regolato da un accordo che deve definire diritti, doveri e modalità operative.
2. Le principali regole per il 2025
Il quadro normativo di riferimento resta quello della Legge 81/2017, integrato dalle disposizioni successive e dalle linee guida del Ministero del Lavoro. Le novità più rilevanti per il 2025 riguardano l’obbligo dell’accordo individuale, la tutela dei soggetti fragili e il diritto alla disconnessione.
a) L’accordo individuale
L’azienda deve stipulare un accordo scritto con ciascun lavoratore che svolge attività in modalità agile.L’accordo deve indicare:
la durata (a tempo determinato o indeterminato);
i giorni o le modalità di svolgimento del lavoro agile;
gli strumenti di lavoro e le regole di utilizzo;
il diritto alla disconnessione;
le modalità di controllo e la misurazione dei risultati;
le condizioni di recesso.
L’accordo deve essere comunicato al Ministero del Lavoro tramite il portale ClicLavoro. La mancata comunicazione comporta sanzioni amministrative e possibili contenziosi.
b) Priorità per genitori e caregiver
Anche nel 2025 è confermata la priorità di accesso allo smart working per:
lavoratori con figli minori di 14 anni;
lavoratori con disabilità grave o che assistono familiari disabili (ai sensi della Legge 104/1992).
c) Diritto alla disconnessione
Il datore di lavoro è tenuto a garantire il diritto del dipendente a non essere reperibile fuori dall’orario di lavoro concordato.Nell’accordo devono essere specificate le fasce di contattabilità e le modalità di esercizio del diritto alla disconnessione.
d) Formazione e sicurezza
Il datore di lavoro deve fornire al lavoratore:
un’informativa sui rischi generali e specifici connessi al lavoro agile (ai sensi dell’art. 22 L. 81/2017);
indicazioni in materia di ergonomia, pause e sicurezza informatica.
Questi adempimenti sono essenziali anche ai fini della copertura assicurativa INAIL.
3. Diritti del lavoratore in smart working
Il lavoratore che opera in modalità agile mantiene tutti i diritti previsti per chi lavora in sede.In particolare:
Parità di trattamento: stessa retribuzione e stessi diritti normativi dei colleghi.
Tutela assicurativa: la copertura INAIL si estende anche agli infortuni occorsi “in occasione di lavoro”, compresi quelli avvenuti presso l’abitazione o in altri luoghi concordati.
Privacy e controllo a distanza: il datore può esercitare controlli solo nel rispetto del GDPR e dello Statuto dei Lavoratori.
Recesso dall’accordo: entrambe le parti possono recedere con preavviso, di norma 30 giorni (90 per i lavoratori disabili).
4. Obblighi del datore di lavoro
Lo smart working non può essere gestito in modo informale. Il datore di lavoro ha precisi obblighi giuridici e amministrativi, tra cui:
redigere e conservare l’accordo individuale;
effettuare la comunicazione telematica al Ministero;
garantire la sicurezza e la tutela dei dati;
rispettare il diritto alla disconnessione;
evitare discriminazioni tra lavoratori in presenza e da remoto.
Le omissioni possono comportare sanzioni, contestazioni sindacali e responsabilità in caso di infortuni.
Un aspetto spesso trascurato riguarda la disciplina dei controlli: il datore non può utilizzare strumenti informatici per monitorare costantemente l’attività del lavoratore, salvo che ciò sia necessario per esigenze organizzative, produttive o di sicurezza, e sempre previa informativa.
5. Come redigere un accordo efficace di smart working
Per evitare contestazioni, l’accordo individuale deve essere completo, chiaro e coerente con la normativa vigente.Un modello ben costruito dovrebbe includere:
i riferimenti normativi di base;
la descrizione delle mansioni e degli obiettivi;
le modalità di svolgimento e la durata dell’attività in smart working;
gli strumenti aziendali concessi e le regole per il loro utilizzo;
la disciplina degli orari, delle pause e della reperibilità;
il diritto alla disconnessione;
la protezione dei dati personali;
le condizioni di recesso e le eventuali cause di revoca.
È consigliabile allegare anche una checklist di verifica per assicurarsi che l’accordo rispetti tutti gli elementi obbligatori.
6. Le principali controversie in materia di smart working
Negli ultimi anni si è registrato un aumento significativo di contenziosi legati al lavoro agile. Le cause più frequenti riguardano:
la mancata formalizzazione o comunicazione dell’accordo;
la revoca unilaterale senza congruo preavviso;
infortuni domestici non coperti da assicurazione;
controlli eccessivi o non conformi alla normativa sulla privacy;
disparità di trattamento tra lavoratori agili e in presenza.
Queste situazioni dimostrano come una gestione superficiale dello smart working possa generare rischi economici e reputazionali per l’azienda e contenziosi onerosi per entrambe le parti.
7. Conclusioni
Lo smart working rappresenta una grande opportunità per modernizzare i rapporti di lavoro, migliorare la produttività e favorire la conciliazione tra vita privata e attività professionale.Tuttavia, richiede una corretta gestione giuridica e organizzativa.
Un accordo ben redatto, chiaro e aggiornato alle regole 2025 è lo strumento essenziale per prevenire problemi e tutelare sia il datore di lavoro sia il dipendente.
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