Art. 492 bis c.p.c.: come recuperare i crediti con la ricerca telematica dei beni del debitore
- Studio Legale NC

- 11 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Introduzione
Recuperare un credito può diventare un percorso complesso se il debitore non paga spontaneamente o nasconde i propri beni.Per questo, la legge italiana mette a disposizione del creditore strumenti sempre più efficaci per rintracciare le risorse economiche del debitore.Tra questi, uno dei più importanti è la ricerca telematica dei beni del debitore disciplinata dall’art. 492 bis del Codice di Procedura Civile.
Cos’è l’art. 492 bis c.p.c.
L’articolo 492 bis c.p.c., introdotto dal D.L. 132/2014, consente al creditore di richiedere al Presidente del Tribunale l’autorizzazione a eseguire una ricerca telematica dei beni del debitore.In pratica, si tratta di un potente strumento di recupero crediti che permette di accedere — tramite l’Ufficiale Giudiziario — alle principali banche dati pubbliche per individuare conti correnti, redditi, immobili e altri beni aggredibili con il pignoramento.
Come funziona la ricerca telematica dei beni del debitore
Una volta ottenuta l’autorizzazione dal Tribunale, l’Ufficiale Giudiziario accede alle seguenti banche dati:
Agenzia delle Entrate: per individuare conti correnti, rapporti finanziari e immobili;
INPS e INAIL: per verificare rapporti di lavoro o trattamenti pensionistici;
Pubblico Registro Automobilistico (PRA): per scoprire veicoli intestati al debitore;
Catasto e Conservatoria dei Registri Immobiliari: per controllare la titolarità di beni immobili.
Queste informazioni consentono di avere un quadro completo della situazione patrimoniale del debitore e di individuare con precisione i beni pignorabili.
I vantaggi per il creditore
L’art. 492 bis c.p.c. rappresenta una vera rivoluzione nel campo del recupero crediti giudiziale, offrendo vantaggi concreti:
Rapidità nella ricerca dei beni pignorabili;
Maggiore efficacia dell’azione esecutiva;
Riduzione dei costi grazie all’eliminazione dei tentativi infruttuosi di pignoramento;
Affidabilità delle informazioni, provenienti da fonti ufficiali.
In questo modo, il creditore può scegliere la strategia più opportuna per ottenere il pagamento del proprio credito nel minor tempo possibile.
Cosa può essere pignorato dopo la ricerca
I beni individuati possono essere oggetto di:
Pignoramento presso terzi (stipendi, pensioni, conti correnti, crediti commerciali);
Pignoramento mobiliare (beni mobili del debitore);
Pignoramento immobiliare (case, terreni, fabbricati).
La scelta dipende dal tipo e dal valore dei beni scoperti.
Perché rivolgersi a uno studio legale
Affrontare una procedura di recupero crediti richiede competenze tecniche e conoscenza della normativa processuale.Uno studio legale specializzato in esecuzioni forzate e recupero crediti può gestire in modo completo l’intero iter:dalla richiesta di autorizzazione alla ricerca telematica dei beni fino all’esecuzione del pignoramento e alla soddisfazione effettiva del credito.
Conclusione
La ricerca telematica dei beni del debitore (art. 492 bis c.p.c.) è oggi uno strumento indispensabile per garantire al creditore un recupero rapido, mirato ed efficace.Un’adeguata assistenza legale permette di valorizzare al meglio questo meccanismo e di trasformare un diritto astratto in un recupero concreto.
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