Il Consiglio di Stato ha giudicato il passaggio alle bollette a 28 giorni “sleale” ed “eversivo”
La VI sezione del Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso di Vodafone che aveva impugnato la sentenza del Tar del Lazio che la obbligava a risarcire i clienti. Colpendo Vodafone, però, il Consiglio di Stato ha voluto colpire tutti gli operatori di telefonia.
La questione risale alla fine del 2016 e inizio del 2017 quando le compagnie telefoniche hanno cambiato il periodo di fatturazione spedendo le bollette ogni quattro settimane e costringendo, a conti fatti, i clienti a pagare una mensilità in più.
Perché pratica “sleale” ed “eversiva”
Le cause che hanno portato il Consiglio di Stato verso questa conclusione sono il fatto che la periodicità di 28 giorni è una cadenza che va ad alterare le condizioni dei precedenti contratti voluta proprio per ingannare i consumatori visto che, con la riduzione a 28 giorni anziché un mese intero, di fatto, i consumatori hanno iniziato a pagare per tredici mesi all'anno. In più, da quando ci sono le tariffe a 28 giorni, è diventato inutile anche il diritto di recesso dato che quasi tutti gli altri operatori di telefonia si sono adeguati a queste nuove tariffe, rendendo così inutile per i consumatori il cercare un altro operatore.
Il rimborso
E' stato stabilito inoltre che il rimborso dovrà essere automatico e non più come prima previsto solo in caso di esplicita richiesta da parte del consumatore. Quindi l'operatore telefonico dovrà erogare il servizio in maniera gratuita fino all'importo del rimborso posticipando la fattura.
Ai milioni di clienti della Vodafone spetterebbero uno storno in bolletta che va dai 20 ai 30 euro, ovviamente il rimborso non spetterà ai clienti che hanno già chiesto in passato esplicitamente di venire rimborsati.
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